Raccogliere volti e storie di persone e famiglie che hanno vissuto l’esperienza della migrazione da e verso l’Appennino. Creare un “database” di una comunità in movimento, diffusa in più continenti e a diverse latitudini.
Humans of ParcoAppennino nel Mondo è un progetto di ricerca che si inserisce lungo il solco tracciato da Parco Appennino nel Mondo.
Si tratta di un’iniziativa promossa dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e dall’Unione montana dei comuni dell’Appennino reggiano. L’obiettivo è quello di valorizzare e ripristinare i rapporti con coloro che in passato hanno lasciato la propria terra per stimolare interesse e curiosità verso luoghi e borghi da riscoprire e da salvaguardare.
Il progetto punta a raccogliere le storie che raccontano di persone e famiglie che hanno vissuto l’esperienza della migrazione da e verso l’Appennino in qualunque periodo storico.
Per raggiungere questo scopo Humans of ParcoAppennino nel Mondo affida un ruolo importante ai “Cercatori di storie”, cioè coloro che si occupano di scovare queste persone. Essi hanno il compito di unire pezzi unici di un mosaico che descrive un Appennino insolito e spesso poco conosciuto.
Riflettori puntati
Tra le storie raccolte da Humans of ParcoAppennino nel Mondo vi è quella di Koko Burgoa, un cittadino boliviano che nel 2012 ha fondato Enkarte, un’organizzazione comunitaria che da anni porta avanti una mission di coscienza ecologica e sociale. Si tratta di una realtà che produce mobili di cartone, giocattoli e accessori interamente costruiti con materiali di recupero.
Da più di un anno Burgoa vive a Castelnuovo Monti. “Sposarsi, vivere in Italia in questo angolo di paradiso in mezzo ai boschi e alle montagne a sorgenti di acqua dolce, lontano dal traffico delle città è stato il coronamento di un sogno del bambino che sono stato”.
Burgoa parla dell’“amore delle persone che ci circondano, così come la natura, sostengono il nostro progetto. La nostra missione è donare in modo virtuoso il nostro sapere e dare una possibilità di riscatto a chi non ha nulla facendogli capire che con i rifiuti si può creare tutto”.
Per il fondatore di Enkarte “portare avanti questo credo dall’Appennino mi rende un privilegiato. Osservo con curiosità e piacere i piccoli laboratori che ogni abitante di questi paesini possiede: qui per fortuna è ancora viva l’arte del conservare, del riparare e del trasformare. Ora come non mai l’umanità ha bisogno di tornare all’origine, alla natura per salvaguardarne i valori e per vivere in armonia senza confini”.