Puntare allo sviluppo di competenze professionali per i giovani discendenti di emigrati dell’Appennino tosco-emiliano. Permettere a un gruppo di ragazzi e di ragazze provenienti da Argentina e Brasile di conoscere i paesaggi del Parco Nazionale, i borghi di partenza di nonni e bisnonni. Vivere un’esperienza sul campo – facilitata dall’incontro con altri giovani del territorio garfagnino e appenninico – in grado di favorire un turismo di ritorno alle radici.

Il progetto SCORE! (Support to Capacities for tOurism of Retourning Emigrants) è stato sviluppato dall’Unione comuni Garfagnana e cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus + per la cooperazione all’innovazione e lo scambio di buone pratiche nel campo della gioventù. Per la sua potenziale ricaduta in termini innovativi per i giovani coinvolti, l’iniziativa si è svolta in partenariato con l’’Associazione Lucchesi nel Mondo di Mar del Plata e la Federacion de Asociaciones Italianas de Cordoba (FAIC) in Argentina, e con lAssociazione Lucchesi Toscani nel Mondo di Jacutinga e l’Associazione Giovani Cuori di San Paolo in Brasile.

Quaranta ragazzi e ragazze, discendenti di emigrati che hanno lasciato i territori del Parco dell’Appennino, dal settembre 2015 al giugno 2016 hanno potuto visitare e conoscere i luoghi delle proprie radici. Questa occasione, per molti di loro, ha rappresentato addirittura il primo viaggio in Italia. L’esperienza è stata in qualche modo facilitata dalla presenza di dieci giovani del territorio che hanno svolto un importante ruolo di supporto per i nuovi arrivati. Hanno permesso una significativa esperienza di formazione e di scambio reciproco. Un arricchimento avvenuto sulla base di radici condivise e di legami affettivi verso i territori del Parco dell’ Appennino.

I partecipanti del progetto SCORE! hanno vissuto un’esperienza unica, un apprendimento non formale sui territori dei propri avi. Per fare un esempio, questa iniziativa ha convinto Silas Denzin Massini – giovane brasiliano di Rio Claro che ha partecipato al progetto – a realizzare un video di circa 10 minuti che racconta l’esperienza e le sensazioni provate dai ragazzi durante le settimane passate in Italia. Un filmato che mostra un aspetto più umano e relazionale, ricco di interviste e contributi dei protagonisti. Una sintesi efficace di come il territorio possa costituire un polo di attrazione per risorse esterne, una fucina di opportunità e un ritorno alle radici per ragazzi e ragazze. 

 

Riflettori puntati

“Le persone che lasciarono la propria Terra per radicarsi altrove, a prescindere dalle cause che motivarono l’allontanamento, portano nel cuore e nell’anima un segno indelebile che rimanda, sempre, la memoria al suolo rimasto indietro”, scrive Sabatino Alfonso Annecchiarico, figlio di immigrati italiani, tra i più importanti protagonisti della cultura ed emigrazione italiana in Argentina. Le parole di Annecchiarico fanno parte di un contributo che lo scrittore e giornalista nato nel 1951 a Buenos Aires ha sviluppato intorno al progetto SCORE!. “Posso immaginare le numerose persone del Parco dell’Appennino, delle Regioni Toscana ed Emilia Romagna e dei Comuni della Garfagnana che nel passato se ne sono andate altrove con valigie in mano e tante lacrime che annaffiavano le speranze di nuovi futuri. Posso immaginare quegli anni cosa significava partire da casa, con precarie condizioni di trasporto e senza sapere se c’era ritorno e neppure esattamente dove si arrivava. Quelle partenze, spesso, erano apocalittiche”, scrive Annecchiarico.

Secondo lo scrittore “ciò che non è storia, ed è il presente, sono i figli di queste persone nati nelle nuove terre. Loro, questi figli, chi più chi meno, hanno incorporato, nella propria genetica, tutta quella memoria di lontana Patria già trasmessa dai genitori. Sebbene tanti di questi figli di migranti mai abbiano visto le bellezze della terra dei loro antenati, né le valli, montagne, case, scorci di paese, profumi, sapori e nemmeno goduta l’oralità paesana… stupisce sempre ascoltare i loro passionali racconti come se fossero posseduti da strane conoscenze di quei lontani luoghi. Strane conoscenze, proprio così. Soprattutto perché sono affettive, più che geografica e quant’altro”.

Per Annecchiarico “non possono esserci migliori promotori del turismo di ritorno i giovani figli di migranti. Loro sono i veri ambasciatori delle meraviglie naturali e culturali del territorio”.