Nel corso di una vacanza privata in Brasile, ospite di una famiglia di parenti emigrati negli anni sessanta,il presidente del Fausto Giovanelli ha avuto occasione di incontrare di nuovo alcuni dei giovani Ambasciatori del Parco Nazionale.
La prima tappa è stata a Niteroi, una riunione di famiglia con i parenti della moglie, originari del paese di Sologno sull‘Appennino reggiano, che hanno accompagnato i due visitatori alla scoperta di Rio de Janeiro, vicinissima a Niteroi: i due centri, infatti, si affacciano sulla stessa grandissima laguna. Una città smisurata, ammirata dall’alto della funicolare, costruita tra le colline lussureggianti in forte contrasto con i grattacieli modernissimi che arrivano fin sulle spiagge sempre affollate, le favelas con le case multicolore che si arrampicano sui pendii. Un panorama che non ci si stancherebbe mai di osservare. E’ stata anche una scoperta di sapori: in compagnia dei familiari hanno infatti potuto gustare il churrasco e la grande varietà di piatti a base di frutta e verdura nei diversi ristoranti tipici. La visita a Rio è stata anche occasione per incontrare il presidente della sezione locale dei Lucchesi nel Mondo, il Sig.Vanni, con la promessa di mantenere, in futuro, contatti più stretti con la loro comunità molto attiva nel diffondere e conservare la cultura italiana.
Altra tappa del viaggio è stata Jacutinga, nella provincia di Minas Gerais, una cittadina che conta 25.000 abitanti, dei quali 20.000 sono di origine italiana. Da qui provengono alcuni dei giovani Ambasciatori del Parco nazionale che hanno partecipato al progetto Orizzonti Circolari 2009. Ecco la prima impressione del Presidente al suo arrivo: “Jacutinga è una città deliziosa, dove vive un pezzo d’Italia, un pezzo di Appennino e di Parco nazionale. Una cittadina ordinata e persino elegante che sorge ad 800 metri sul livello del mare in una zona di colline dalla vegetazione lussureggiante; girando per le strade si vede il benessere frutto del tanto lavoro degli abitanti”.
I giovani Ambasciatori hanno accolto con gioia i due visitatori, organizzando un festa di benvenuto nella sede della loro Associazione, con la comunità di origine italiana. “Joel, Nivia, Cinthia e Fabiana sono eccezionali. Hanno organizzato in poco tempo una festa con musica, prodotti tipici deliziosi (il pane di formaggio è davvero buonissimo), un’atmosfera in cui si respirano calore ed amicizia”, dice Giovanelli. In Cattedrale, durante la Santa Messa del giorno di Pasqua, un saluto con applauso per il Parco nazionale e per l’Italia, che sono nel cuore di tantissimi degli abitanti di Jacutinga, tra i quali il parroco, che di cognome fa Pieroni ed è originario della Garfagnana. La giornata è proseguita con un pranzo a base di piatti tipici cucinati dalle famiglie dei ragazzi in una casa di campagna, dove il contatto con le piante di caffè, di mango e le canne da zucchero ha colpito molto i due ospiti, che hanno potuto vedere di persona quanto sia rigogliosa la vegetazione della zona, con le sue palme e gli alberi altissimi a cui lasciano spazio i campi di caffè e cacao. C’è stato anche il tempo di visitare i luoghi in cui lavorano i ragazzi, in particolare la fabbrica di Fabiana e Cinthia Nicoletti, un maglificio che è l’orgoglio delle due sorelle, che disegnano e confezionano di persona tutti i capi che poi mettono in commercio.
Solo qualche ora ed era già il momento di dirigersi alla terza tappa di questo viaggio breve ma pieno di emozioni e di ricordi da custodire. San Paolo del Brasile. Anche qui gli Ambasciatori del Parco hanno fatto da guida d’eccezione: Keith Cheli, papà giapponese e mamma di Gallicano in Garfagnana, ha fatto da cicerone nel tour della metropoli che ha toccato i luoghi più significativi dal punto di vista architettonico, come la Cattedrale, ma anche il museo del calcio, il quartiere cinese e il mercato municipale, dove si possono acquistare tutti i migliori prodotti dell’industria alimentare e vinicola made in Italy, così come le loro imitazioni americane…trovando uno accanto all’altro, nello stesso scaffale, il Parmigiano Reggiano ed il Parmesan prodotto in sud America; oltre naturalmente al Prosciutto di Parma delle marche più conosciute e a tutti i vini italiani, dal Lambrusco al Marsala.
Anche a San Paolo il tempo è trascorso fin troppo in fretta, ma c’è stata la possibilità di conoscere le famiglie degli Ambasciatori, tutte molto legate alle proprie radici e con la voglia di ritornare nel paese di origine, che hanno raccolto una comunità molto numerosa nella grande sede del Circolo dei Lucchesi nel Mondo, di cui è presidente il Pieroni, zio di uno dei nostri Ambasciatori. Il cognome Pieroni, che si ritrova continuamente in questo viaggio, fa capire molto bene quanto sia grande il numero di nostri compaesani sparsi per il mondo. “E’ stato un grande piacere conoscere di persona le famiglie e ritrovare i ragazzi di San Paolo, ritrovandosi a tavola in ristoranti dove è possibile gustare buonissimi piatti delle diverse cucine territoriali brasiliane: pietanze coloratissime in cui la carne fa la parte del leone, insieme alla frutta”, commenta con soddisfazione il presidente Giovanelli.
La promessa è quella di incontrarsi di nuovo, al più presto. Tutti loro vorrebbero rientrare in Italia e mantenere il legame con il paese di origine, continuando a lavorare insieme grazie alla possibilità che oggi offrono i mezzi di comunicazione multimediale e con l’obiettivo di intensificare sempre di più le relazioni. Continua il Presidente: “Bisogna portare avanti il nostro impegno su Parco nel Mondo e lavorare per realizzare qualcosa di continuativo con i Circoli dei nostri emigrati nel mondo dal punto di vista culturale, ma anche economico: sarebbe bello ad esempio avviare la commercializzazione dei nostri prodotti tipici.”
Rientrando in Italia, ecco gli ultimi pensieri di questo diario di viaggio: “Un’accoglienza davvero eccezionale da parte dei ragazzi e delle loro famiglie, che ci hanno accolti come amici di lunga data nelle loro case. Porto ricordi indimenticabili di queste giornate dense immagini e sensazioni. Il progetto Parco nel Mondo tocca nel profondo chi ha radici sulle nostre montagne e può restituire relazioni, perdute e nuove, all’Appennino. Continuiamo in questa direzione”.