Una danza struggente piena di passione e nostalgia ha dato il ritmo al primo appuntamento di “l’Appennino nel cuore”, serie di eventi organizzati, per il secondo anno consecutivo, dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e dall’Unione dei Comuni dell’alto Appennino reggiano nell’ambito del progetto Parco nel mondo. I prossimi appuntamenti, ideati per riunire tutti coloro che sono originari del territorio, ma vivono altrove, in Italia o all’estero, e conservano un forte attaccamento al paese delle radici familiari, saranno il 18 agosto a Sologno, il 19 agosto in val d’Asta e il 23 settembre a Castelnovo ne’Monti.
«La cerimonia di conferimento delle cittadinanze affettive che si è svolta domenica a Pratizzano – sottolinea Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale – è stata una manifestazione carica di sentimento e dall’alto valore culturale, non certo un mero momento di folclore e intrattenimento. Queste iniziative hanno alla base due motivazioni forti. La prima riguarda l’attualità del crinale appenninico: l’immigrazione rimane il dato che maggiormente ha pesato su questo territorio, consolidando quel senso di sconfitta diffuso tra la nostra gente che oggi noi siamo chiamati a sanare. La vita in Appennino non è certo quella di cinquant’anni fa: abbiamo acqua, elettricità, strade, scuole, ospedali, reti Internet, ma le relazioni sociali sono in rosso. Non ci sono giovani, nascono pochissimi bambini. Per questo è prioritario investire sul senso di appartenenza e sul ‘ritorno’ come viatico per rimarginare le ferite inferte dall’abbandono. Altrettanto importante – continua Giovanelli – è capire che questo importante comparto turistico che definiamo ‘di ritorno’ rappresenta una grossa opportunità economica per il territorio, opportunità che vale di più di un finanziamento dello Stato, che peraltro ha sempre meno attenzione per l’Appennino. In quest’ottica le iniziative che mettiamo in atto con i Comuni non sono un festival della nostalgia, ma un vero e proprio progetto di ricerca e sviluppo».
La “cittadinanza affettiva”, costituita dalle centinaia di persone che frequentano le comunità di originari con le quali hanno mantenuto un forte legame, danno, infatti, un grosso contributo per tener vivi i paesi del crinale, soprattutto in estate, occupandosi dell’organizzazione delle feste e delle attività di manutenzione dei borghi. L’attestato che viene loro consegnato è un riconoscimento simbolico di questo importante legame e insieme la richiesta di continuare ad amare questo territorio perché il loro contributo è linfa vitale per i paesi del crinale.
Sono stati quattordici gli attestati consegnati ad altrettanti emigrati dai Sindaci Sandro Govi, Martino Dolci, Paolo Bargiacchi e Giorgio Pregheffi insieme al Presidente Giovanelli, di questi quattro sono residenti all’estero e dieci in Italia. Ecco i nuovi cittadini affettivi: per il Comune di Busana, Marco Manini, che risiede negli USA, in Tennesse. E’ partito per lavoro nel 1995 ed ha girato mezzo mondo prima di fermarsi e metter su famiglia in America, ma ci ha raccontato che “…la sensazione che si prova quando si comincia a vedere la Pietra di Bismantova e il Campestrino al ritorno a casa, è la più grande.”
Alessandra Giordano Rathsack, famiglia di Cervarezza, vive invece in California a Costa Mesa dove si è trasferita per amore, facendo però innamorare dell’Appennino a sua volta il marito e la figlia Martina, anche lei cittadina affettiva, che parla perfettamente l’italiano e non vede l’ora di trascorrere le estati a Cervarezza. Per il Comune di Collagna sono stati individuati i rappresentanti dei due tipi di emigrazione, quella all’estero con Michele Zigni, che da Caracas rientra ogni anno e trascorre qualche mese insieme ai familiari ed agli amici che vivono qui, e quella in Italia che in alcuni casi fa dei nostri emigrati dei veri pendolari, è il caso di Corrado Fiorini, che ogni fine settimana sale a Vallisnera dalla pianura reggiana per godere dell’atmosfera del suo paese e della compagnia degli amici.
Ligonchio ha invece individuato Odino Raffaelli, nativo di Vaglie, che ha raccontato l’Appennino attraverso i suoi romanzi e che è molto attivo nella collaborazione con i progetti del parco nazionale, ed il prof. Pier Giorgio Germini, di Ospitaletto, che è legatissimo al territorio ed alla comunità dove torna molto di frequente. Il Comune di Ramiseto ha individuato i rappresentanti di diverse frazioni, Gianmichele Rosselli ed Elvo Rosselli, che vivono rispettivamente a Genova ed a Correggio ma partecipano quanto i residenti alle attività di Montemiscoso, anche loro potrebbero esser definiti come pendolari dell’emigrazione per il loro attaccamento al paese e la presenza continua. Silvana Casalini, che da Ferrara non ha mai smesso di tornare con la famiglia in località Andrella, dove la sua famiglia è radicata da più di duecento anni.
Poi è stata la volta di Francesco Pedrini di Storlo, che ha contribuito a risolvere la complicata questione della ricostruzione del suo paese, dopo la frana che quasi lo distrusse a metà del ‘900. In rappresentanza di Cecciola infine, Bruno Moretti, che vive a Torino dove si trasferì da ragazzo per lavoro, ma ha sempre continuato a sentirsi davvero a casa solo a Cecciola, dove torna appena possibile.
Una menzione particolare è stata poi assegnata a Giacomo Notari, uno dei personaggi più conosciuti ed amati della montagna, per il suo impegno in ambito politico e sociale sempre a favore della popolazione del crinale.