“Ho preparato questo piccolo discorso, siate indulgenti per il mio accento e il mio italiano.
Appena sono arrivato su questa terra, un legame invisibile ma indistruttibile mi ha collegato a questo paese delle mie origini materne. Quando ero piccolo, venivo ad Apella, e mi meravigliai di queste montagne verde piene di castagne e di funghi.
Di tutti questi animali che potevo vedere (mucche, conigli, galline, pecore, cinghiali), di questi contadini calorosi e ospitali. Era un mondo magico, tanto più umano ed ospitale che le nostre fredde città.
Eppure queste città attiravano le nuove generazioni e spopolavano Apella e tutto il paese. Le case crollavano. In questo momento, Mario è arrivato, poi Barbara.
Poco a poco, le case hanno ritrovato il loro tetto. All’inizio, ho pensato che questo snaturava l’anima del villaggio, ma rapidamente ho visto che offrivano, in realtà, una seconda vita al paese e che lo salvavano dell’abbandono.
Adesso, quando vengo passare una grande parte dell’estate qui, ritrovo tutto quello che amavo quando ero piccolo e ancora di più: la calma, l’aria pura, la serenità, e le sublimi colazioni come si fanno tanto bene nel paese.
Voglio dirvi un’ultima cosa: quest’ amore per questo magnifico paese, la Lunigiana, lo tramando a tutti miei amici francesi. Quando vengono una volta qui, ripartono amorosi da questi luoghi e non dicono mai “Addio” ai paesaggi ma sempre “Arrivederci”. Perchè la vita è qui più dolce e riposante. Prendiamo il tempo di vivere e di respirare.
Grazie a miei antenati di essere nato qui, grazie a mio nonno Giulio Giovannini e a mia mamma Eva Giovannini che me l’ha fatto conoscere e grazie a tutti gli abitanti di Tavernelle, Taponecco e Apella di fare che questa magia esiste.”
“J’ai préparé ces quelques mots, soyez indulgents pour mon accent et pour mon italien.
Dès que je suis arrivé sur cette terre, un lien invisible mais indestructible mereliait à ce pays de mes origines maternelles. Tout petit, je venais à Apella et jem’émerveillais de ces montagnes majestueuses remplies de châtaignes ou dechampignons, de tous ces animaux que je pouvais voir (vaches, lapins, poules, mouton, chèvres), de ces paysans chaleureux et accueillants. C’était un mondemagique, tellement plus humain et hospitalier que nos villes froides.
Ces villes qui, pourtant, attiraient les nouvelles générations et dépeuplaientApella et tout le pays. Les maisons s’effondraient. Puis Mario est arrivé, etbientôt Barbara. Peu à peu, les maisons ont retrouvé leurs toits. Au début, j’aipensé que cela dénaturait l’âme du village, mais rapidement j’ai vu qu’ils offraient, en réalité, une seconde vie au pays et qu’ils le sauvaient de l’abandon.
Désormais, lorsque je viens passer une grande partie de l’été ici, je retrouve toutce que j’aimais enfant et plus encore : le calme, l’air pur, la sérénité, le retour aux sources, les magnifiques repas comme on sait si bien les faire ici.
Je voudrais vous dire une dernière chose : cet amour pour ce magnifique pays, laLunigiana, je le transmets à tous mes amis français. Quand ils viennent une fois ici, ils repartent amoureux de ces lieux et ne disent jamais “adieu” aux paysages mais toujours “à bientôt”. Parce que la vie est ici plus douce et reposante. Onprend le temps de vivre et respirer.
Merci à mes ancêtres d’être nés ici, merci à mon grand-père Jules Giovannini età ma mère Eve Giovannini de me l’avoir fait connaître et merci à tous les habitants de Tavernelle, Taponecco et Apella de faire que cette magie existe.”
Ecco le parole pronunciate a Taponecco da Lois Gerin, giovane di Marsiglia con origini locali e nuovo cittadino affettivo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Ai suoi pensieri di gratitudine e di emozione, alla presenza del Presidente del Parco Nazionale, Fausto Giovanelli, e del Sindaco di Licciana Nardi, Enzo Manenti, si sono aggiunti quelli della madre Eve Giovannini e del compagno Jean Claude Bohin, pittore fortemente ispirato per molte sue opere, esposte per l’occasione, ai paesaggi di Apella e Taponecco. Lois, in villeggiatura con un gruppo di amici presso la casa di famiglia ha ripercorso così, anche a nome della madre e del compagno rientrati solo pochi giorni prima in Francia, l’attenzione e l’attaccamento al borgo delle proprie origini, un profondo sentimento che ogni anno li porta a fare di nuovo visita in Lunigiana. “Parco nel Mondo” ha reso anche omaggio a Clorinda Erta, originaria di quei luoghi ma residente a Chiasso in Svizzera e a Daniel Guenzi da Parigi, per aver conservato anch’essi un forte attaccamento alla terra d’ Appennino e mantenuto un forte legame con la comunità, andando così ad incrementare il numero dei cittadini europei con l’Appennino nel cuore.