17 maggio 2014: Porto antico di Genova. Il Parco Nazionale conta ormai centinaia di Cittadini Affettivi, di cui molti abitano a Genova anche da più generazioni, ma all’Appennino appartengono migliaia di emigranti che hanno dovuto lasciare i luoghi d’origine e con cui non hanno mai interrotto i legami. Emigranti che non diventano mai emigrati perché continuano a tornare a casa. Dietro a ciascuno di loro c’è una storia da raccontare, un’esperienza da condividere, a volte un piccolo successo di vita da riportare fra la gente che li ha visti partire in tempi lontani per bisogno, per solitudine o anche per scelta.
E questo senso di appartenenza è la molla che, anche per quest’anno, ha fatto partecipare a Genova, in occasione della Settimana Europea dei Parchi, molti residenti originari da varie parti dell’Appennino all’appuntamento con Parco nel Mondo, uno dei progetti strategici del Parco che, gestito dalla Unione Comuni Garfagnana, sta ritessendo e costruendo nuove relazioni utili e possibili per mettere a frutto il grande patrimonio di risorse costituito dall’emigrazione. Presso il Palalupo del Parco Nazionale, alla proiezione del documentario sulle iniziative svolte e in corso negli oltre sei anni di attività del progetto, è seguita la consegna di nuove cittadinanze affettive da parte del Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano Fausto Giovanelli e del Sindaco di Collagna Paolo Bargiacchi.
Così Maurizio Sentieri ha ricevuto il riconoscimento sì per la propria attività letteraria in storia e antropologia dell’alimentazione legata alla montagna ma soprattutto per aver valorizzato attraverso la professione l’Appennino e per aver mantenuto un forte e costante legame con la comunità di Cerreto Alpi da cui i genitori sono originari. Maria Romei, dalla località Garfagnolo, Castelnovo ne’ Monti, emigrò da una zia a Genova all’età di 13 anni, dove iniziò a lavorare come domestica a servizio di famiglie, conservando sempre nel cuore l’amore per il proprio paese, trasmesso anche ai figli e sempre coltivato con passione. Ciano Priori è invece di Monchio delle Corti, ha lavorato quarant’anni in città e adesso si dedica all’animazione sociale del quartire di Quezzi nell’ambito del circolo Arci e non perde occasione per ritrovarsi nel borgo di origine con l’intera famiglia di sorelle e nipoti.
L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione dei cittadini affettivi del Parco Nazionale e degli amici che mantengono contatti e svolgono un ruolo di collegamento con la folta comunità di emigrati dell’Appennino insediati a Genova, e per molti di loro – dagli emiliani di Costa de’ Grassi, Sologno, Monchio delle Corti, Cerreto Alpi ai garfagnini di San Romano e Sillicagnana – è stata l’occasione per conoscersi o incontrarsi di nuovo dopo molto tempo, condividendo la propria storia in un dibattito che a fatto sentire tutti come in una grande famiglia ritrovata, nel nome del comune affetto per l’Appennino in cui tutti si riconoscono al di là dei confini regionali.