L’Appennino si presenta con le sue eccellenze
“Il cuoco” é la pronta risposta che ogni lunigianese appena arrivato in Inghilterra poteva offrire a chiunque investigasse sulle sue future prospettive professionali. Per l’Inglese infatti gli Italiani lavoravano per lo piú nella ristorazione, quindi tutti, uomini e donne, potevano dichiarare di essere cuochi. Ovvio che, per i primi, fino agli anni Sessanta almeno, sarebbe stata la prima volta di fronte ai fornelli.
La presentazione di Parco nel Mondo a Londra in Clerkenwell Road ha avuto quindi un particolare significato per quei molti emigranti di Pontremoli, Bagnone e Filattiera che proprio in ristoranti e caffé trovarono un nuovo ruolo nella sempre spaesante esperienza di emigranti. E si perché qui, almeno fino agli anni Settanta, gli Indiani avevano il negozio, gli Irlandesi lavoravano nei cantieri e molti Italiani dell’Alta Toscana aprivano botteghe o caffé dove si cucinava, servivano bevande e vendeva un po’ di tutto. Il menú andava incontro alle richieste dei locali, ma sempre offrendo una variante italiana. Cosí accanto a sandwiches ed English breakfast non mancavano mai tagliatelle con funghi o gli spaghetti al ragu.
Credo perció che il progetto Parco nel Mondo, nell’utilizzare il cibo per riallacciare il legame con chi se n’é andato decenni fa abbia riattualizzare quel rapporto che molti lunigianesi ebbero con il cibo come nuova risorsa professionale, portatore di identitá nazionale (o meglio regionale) e strumento conscio o inconscio di conservazione di un rapporto con il luogo d’origine. Questo é quello che mi pare di aver colto nei racconti di mia zia Carmela, che, in una piccolo cucina di Vauxhall Bridge Road era invecchiata tra pentole e padelle con titanico spirito di adattamento e la fierezza di chi, in un mondo tanto diverso, aveva saputo trovare e percorrere la propria strada.
Oggi i Lunigianesi non lavorano piú in ristoranti o caffetterie, ma penso che il Parco dell’Appennino nell’organizzare un evento come quello del 17 Novembre scorso stia suggerendo un’interessante opportunitá ai piú intraprendenti produttori delle nostre valli. Londra ormai pullula di “delis”, vere e proprie vetrine della gastronomia italiana che si aprono a quelle classi medie britanniche che vengono in vacanza in Toscana e poi vogliono ritrovare anche dietro casa questi gusti e sapori che hanno cosí apprezzato all’estero.
Mi pare in questi spazi ci siano vere possibilitá per quei prodotti e produttori del Parco che vogliono aprirsi al mondo di oggi. Cosí, forse, mieli, formaggi e vini della Lunigiana continueranno la tradizione di chi per decenni, dietro un bancone o un fornello, a migliaia di chilometri da casa, ha saputo offrire a volti conosciuti e sconosciuti un vero nutrimento al corpo ed allo spirito.
di Stefano Battaglia