Ricordare uno dei più grandi letterati di tutti i tempi con una visione locale. Ieri sera, giovedì 25 marzo, nel’anno del settecentesimo anniversario della sua morte, il Parco nazionale dell’Appennino tosco – emiliano ha voluto omaggiare con un webinar la figura di Dante Alighieri e la sua opera monumentale: la Divina Commedia. Nel corso dell’evento Natascia Zambonini – responsabile delle relazioni con la scuola per conto del Parco – ha letto alcuni brani del Purgatorio. Il poeta fiorentino infatti nelle terzine che ha scritto e nel corso della sua vita ha incrociato due luoghi simbolo dei nostri territori: la Lunigiana e la Pietra di Bismantova.
«Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli; dico con l’ale snelle e con le piume del gran disio, di retro a quel condotto che speranza mi dava e facea lume»
(Dante, Purgatorio, canto IV, vv. 25-30)
“I parchi nel nostro paese non tutelano solo i beni naturali ma si occupano anche della storia e della memoria, dei valori antropologici e dei valori culturali. L’Appennino è molto più di un’espressione geologica: è il cuore della storia e della memoria della penisola”, ha detto il coordinatore della Riserva Appennino MaB Unesco Fausto Giovanelli, che ha aperto e chiuso il webinar dedicato al poeta fiorentino.
“Dante ha parlato dei nostri territori”, ha poi ricordato il presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco – emiliano. É stato “un grande uomo di cultura e di molteplici relazioni in un territorio vastissimo. Anche la Lunigiana e Bismantova sono parte di quella grande narrazione che è stata chiamata Divina Commedia“.
La presenza di Dante in Lunigiana è legata all’ incarico che ebbe, per conto dei Malaspina, di trattare la pace del 1306 e mettere fine ai contrasti secolari tra la casata lunigianese ed i vescovi di Luni, per la spartizione dell’eredità degli Obertenghi.
“Mi sento responsabile per cercare di intercettare questa figura in un’epoca moderna. Dobbiamo promuovere l’identità di un territorio straordinario che deve tornare ad essere protagonista”, ha affermato invece il sindaco di Mulazzo Claudio Novoa. Quello di Dante “fu un soggiorno molto lungo: si parla di almeno sei mesi. In questo periodo lui ha potuto godere di una ospitalità proverbiale. Ha avuto lo stimolo per proseguire la sua opera monumentale“.
Dal canto suo invece Emanuele Ferrari, assessore alla Cultura e vicesindaco di Castelnovo ne’ Monti, ha fatto notare che fin “dall’inizio della Divina Commedia Dante è un uomo in cammino che dice a tutti noi di attraversare i luoghi e di viverli“. Inoltre, grazie al Canto IV del Purgatorio la Pietra di Bismantova “è uscita dalla storia per entrare in una dimensione di immaginario. Dico sempre che Bismantova è una roccia che ha milioni di anni. Tuttavia, pensare di essere citati in un’opera simile vuol dire uscire da una dimensione cronologica per entrare in un’altra”.
Durante il webinar è stato poi presentato in anteprima il libro “Bismantova, la Montagna del Purgatorio” (Corsiero Editore), che uscirà nei prossimi mesi. Il volume – curato da Clementina Santi e Giuseppe Ligabue – approfondisce il viaggio dell’esilio definitivo di Dante, cioè il periodo in cui il poeta venne condannato a morte e decise di abbandonare la Toscana.
“Questa pubblicazione ha già ricevuto il patrocinio del Parco e di molti altri enti e comuni, di qua e di là dal crinale, incluse le deputazioni di storia patria. Con questo libro vogliamo mettere in luce la rilevanza di un viaggio che riteniamo straordinario“, ha spiegato Ligabue.
“Noi abbiamo cercato di ricostruire un cammino e di cercare le corrispondenze tra luoghi e versi dei canti. Lo abbiamo fatto per arrivare a dire, con cautela, che la Pietra di Bismantova può essere la suggestione geografica e ispirativa del Purgatorio“, ha affermato Santi. “Dobbiamo ricordarci che il nome Bismantova nella lingua italiana lo dobbiamo a Dante. Infatti compare per la prima volta nella Divina Commedia, più o meno intorno al 1310″, ha poi concluso la curatrice del libro.