Festa a Camporaghena per l’entrata nel Parco e la Cittadinanza Affettiva.

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Festa a Camporaghena per l’entrata nel Parco e la Cittadinanza Affettiva.

Camporaghena, Comano – I borghi di Camporaghena e Torsana sono entrati a far parte ufficialmente del perimetro del Parco Nazionale grazie al decreto firmato il 3 agosto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tale richiesta è partita proprio dagli abitanti, riuniti in un Comitato con lo scopo di sviluppare progetti per la promozione di questi borghi. L’iniziativa è stata un’occasione sia per rafforzare il legame tra il paese e l’Ente Parco, che proseguirà con lo studio di progetti per la valorizzazione ambientale del borgo e del territorio circostante, sia per consegnare nuovi attestati di Cittadinanza affettiva del progetto ‘Parco nel mondo’ a Grazia Ricci, che vive a Milano, ma torna spesso nel paese di Crespiano dove ha ristrutturato un antico nucleo abitativo e Jolanda Leri, che risiede a Gavorrano, ma è nata proprio a Camporaghena dove trascorre i mesi estivi con la famiglia. Sono due esempi di quelle centinaia di emigrati che hanno lasciato il proprio paese per motivi di lavoro, ma continuano ad essere parte attiva e presente nella comunità d’origine. Questo borgo infatti, come molti altri del nostro Appennino, è costituito dalla cittadinanza residente ma anche da quella affettiva, è una comunità che si ritrova soprattutto in agosto dato che è composta per la maggior parte da persone che vivono e lavorano lontano, ma che hanno qui le proprie radici familiari. Si tratta senza dubbio di uno tra i migliori esempi di Cittadinanza Affettiva, perché sono stati proprio i numerosi cittadini non residenti ad unirsi per chiedere di diventare parte del Parco Nazionale, tanto che è stato proposto di assegnare la Cittadinanza Affettiva del Parco e del Comune a tutta la comunità in una prossima iniziativa. Alla consegna dell’attestato da parte del Presidente del Parco Fausto Giovanelli, del Consigliere del Parco Pietro Romiti e del Sindaco Cesare Leri, è emerso da parte delle due signore il sentirsi sempre parte della comunità comanina, dove trascorrono ogni momento libero con gli amici ed i familiari e anche la volontà di trasmettere il loro amore per l’Appennino ai figli e ai nipoti, che a loro volta trascorrono i periodi di vacanza tra le nostre montagne. Dalle loro parole quindi è emerso il forte dispiacere provato anni fa nel lasciare i luoghi che amano per la necessità di trovare un lavoro che li ha portati a costruire una vita ed una famiglia lontano dall’Appennino, lontano ma non troppo, perché fanno in modo di tornare, continuando ad essere parte attiva della comunità e contribuendo a mantenere vivo il borgo, oltre che il legame con esso.

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