Luciana Dieguez Ambasciatrice dell’Appennino con Orizzonti Circolari si fa promotrice attiva del nostro territorio in Argentina con uno speciale sulla testata della città
Continua l’attività dei giovani che hanno partecipato all’edizione 2013 di Orizzonti Circolari, “il viaggio al centro dell’Appennino Tosco Emiliano” che nel mese di settembre ha formato quindici nuovi ambasciatori della terra di origine, una volta rientrati nelle proprie città di residenza si sono impegnati a cercare nuove relazioni e contatti per promuovere la loro esperienza alle comunità in cui vivono.
Tra loro l’argentina Luciana Dieguez di Tandil, originaria dell’Emilia Romagna, che lavorando per l’ufficio turistico della sua città si è già fatta promotrice di numerose occasioni per promuovere l’Appennino Tosco Emiliano. La sua esperienza professionale è stata molto importante poiché a partire dal soggiorno il suo “occhio clinico” ha saputo leggere il territorio dal punto di vista recettivo e turistico, fornendo suggerimenti utili al miglioramento di alcuni aspetti del territorio e dell’iniziativa, stabilendo nuove relazioni e pianificando un concreto progetto di promozione dell’Appennino che sfrutterà tutti i canali locali a sua disposizione. Dopo la partecipazione a “Buenos Aires celebra Italia” nella capitale federale e al “6° Festival Internacional de la Cerveza Artesanal” di novembre in centro città, prova ne è il bell’articolo di due intere pagine uscito pochi giorni fa sul quotidiano L’eco di Tandil dove Luciana racconta la sua esperienza che l’ha portata ad essere Ambasciatrice del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Un ottimo modo per far conoscere la ricchezza del territorio della nostre montagne all’estero.
Qui di seguito i contenuti dell’intervista che sono apparsi sul giornale, col titolo:
Due regioni unite dalla natura e dalla gastronomia
“Mi chiamo Luciana, sono italiana, perchè le mie radici sono italiane. Sia la mia nonna che la mia bisnonna erano italiane, di due regioni diverse, una veneta e l’altra emiliano romagnola, perciò io ho nel corpo una buona parte di sangue italiano anche se sono argentina. Per questo ho partecipato al bando di Orizzonti Circolari, per diventare ambasciatrice del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.
Si tratta di un corso di formazione, partito nel 2009 realizzato in collaborazione con le regioni Emilia-Romagna e Toscana e rivolto ai giovani residenti all’estero discendenti di famiglie emigrate dalle zone del Parco e delle zone circostanti. Io ho partecipato all’edizione 2013, eravamo 14 giovani: 3 brasiliani, 1 uruguaiano e 10 argentini. Io rappresentavo la città di Tandil.
Siamo stati in Italia 15 giorni, visitando vari distretti all’interno del Parco, come Pratospilla, Sologno, Sassorosso, Comano, Massa Sassoroso, la Garfagnana, la Pietra di Bismantova, il Lago Calamone. Abbiamo incontrato diverse persone locali, che ci ha fatto assaggiare delle prelibatezze del luogo come le caldarroste, la polenta di castagne, il farro.
Cosa ti ha segnato di più in questo viaggio?
Per me è stato davvero importantissimo tornare alle mie radici e ricollegarmi con la mia terra e la sua cultura. Il Parco non è solo una bella cartolina. E’ importante vivere la sua natura, entrare in contatto con il suo patrimonio storico-culturale, per rendersi conto di quanto sia ricco questo territorio. Una delle frasi che io e gli altri ragazzi ci ripetevamo sempre durante l’avventura era: “mi sento come a casa mia”.
Cosa può trovare il turista straniero visitando il Parco?
La natura, il relax, la cordialità e l’ospitalità sono gli ingredienti di un soggiorno nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Una vacanza che passa attraverso un’ampia gamma di agriturismi, bed & breakfast, hotel, alberghi e alberghetti, che hanno il comune obiettivo di coccolare i propri ospiti. E attorno a questo, panorami incontaminati dal sapore antico, borghi in pietra, prati fioriti, laghi ghiacciati e cime innevate sono gli ingredienti di una vacanza indimenticabile.
E a 13 mila chilometri di distanza da tutta questa bellezza, c’è la mia città, Tandil, un luogo riposante, dove si possono trovare buona cucina e attività all’aria aperta, passeggiate, trekking e avventura. Due luoghi separati da migliaia di chilometri, ma uniti dal paesaggio e dalla qualità della sua gente.
Parlando di gastronomia….
L’Italia non è solo famosa per la sua storia e per la sua arte ma anche per la gastronomia, ci sono piatti come la pasta e la pizza che hanno fatto il giro del mondo. Nella cucina italiana si trova una coesistenza di sapori, consistenze e aromi che sono tipici per ogni regione. Per questo la cucina italiana è molto varia così come tantissimi e diversi sono i suoi prodotti, compresi i lattiero-caseari, le carni, i vini e i liquori. Nel Parco risalta “la cultura del prosciutto di Parma” così come la “cultura del Parmigiano-Reggiano” e questi dicevamo, sono due prodotti conosciuti ovunque nel mondo. Ma sono importanti anche la “cultura del miele” e la “cultura della il Mondiola ” (bondiol), la ” cultura Brown ” della Garfagnana e della Lunigiana.
Una garanzia dei prodotti alimentari di qualità sono i marchi: DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione geografica protetta). Facendo un paragone con la gastronomia tandilense, credo che non ci sia nulla da invidiare visto che i primi immigrati italiani che si insediarono nelle colline di Tandil si diedero anch’essi alla preparazione di insaccati. Oggi abbiamo anche noi marchi di qualità come quello dei salami DOT (Denominazione di Origine Tandilero). Si sente che i prodotti di una e dell’altra cultura non sono sconosciuti.
Qual è il bilancio della tua esperienza di Orizzonti Circolari?
Questa è una di quelle esperienze che resteranno sempre dentro di me. Il Parco è entrato nella mia vita e il programma di formazione mi ha fornito un bagaglio di conoscenze che mi sarà molto utile nella mia professione.
E’ stata una esperienza importantissima anche dal punto di vista umano. Io lavorerò e mi impegnerò per aumentare i contatti tra la comunità argentina dove vivo e l’Emilia Romagna e la Toscana. Lo faccio non perchè devo, ma perchè voglio. Io sono davvero un’ambasciatrice affettiva. Voglio che sempre più persone conoscano il territorio dell’Appennino, che la mia terra argentina e quella delle mie origini siano sempre più vicine.