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Razzoli, talento delle nevi

“L’Appennino batte le Alpi!”, l’entusiasmo dei cronisti Rai è incontenibile al momento della vittoria di Razzoli nella specialità slalom gigante alle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010. Come quello dell’intero suo Appennino. Giuliano Razzoli, originario di Villa Minozzo (Re), campione cresciuto sulle piste di Febbio e Cerreto, con l’impresa sportiva e umana appena compiuta, ha portato alla ribalta un Appennino unico al mondo e la grandezza delle sue nevi considerate “povere” ma che sfornano campioni.
Dopo tanto tempo (e forse per la prima volta), l’attenzione è ora tutta puntata sulle vette del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. “Riusciamo in un’impresa straordinaria: finalmente la potenzialità effettiva dell’Appennino è inconfutabile. E’ un’impresa di grande valore che fa scoprire la nostra montagna ai suoi abitanti, proietta il suo valore nel mondo risvegliando anche sentimenti di appartenenza in chi da questi luoghi è dovuto fuggire e cercare fortuna altrove” affermano dal Parco.
Ma le parole non bastano per descrivere questo atleta, testimonial delle nevi del monte Cusna, dove ha mosso i primi passi: “Questo ragazzo è un predestinato, il suo progetto, il suo sogno, il suo obiettivo raggiunto sono figli di un habitat. Razzoli ha davanti una grande carriera sportiva, che riempie tutti d’orgoglio. Costituisce un esempio di eccellenza, è l’identità e il volto fresco e nuovo dell’eccellenza di un Appennino vero e sincero. Anche per chi è emigrato da territori abbandonati nel passato perché poveri o marginali, esempi di successo come questo contribuiscono a rafforzare nuovamente senso e sentimenti di appartenenza, oltre a rinnovare potenzialmente l’interesse per i borghi appenninici ove migliaia di persone conservano ancora oggi le loro radici personali o familiari”– spiega il Presidente del Parco Nazionale Fausto Giovanelli entrando nel merito dell’ormai noto Progetto “Parco nel Mondo” – “Per questo la vittoria di Razzoli, giunta “come un razzo”, rialza l’entusiasmo da tempo affievolito di questi luoghi e invita anche a ripensare il marketing territoriale dell’intera area”.
Le congratulazioni arrivano infatti da molto lontano riempiendo di orgoglio tutti coloro che hanno nel cuore l’Appennino e che il Progetto “Parco nel Mondo” sta raccogliendo in un grande Club. Dall’Australia all’Argentina, dagli Usa al Nord Europa, il debole filo che univa emigrati e discendenti dall’Appennino si sta progressivamente rafforzando grazie anche ai giovani Ambasciatori Affettivi del Parco che negli scorsi mesi hanno avuto l’opportunità di percorrerne gli itinerari e conoscerne la cultura e la sua gente.
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