Parco nel mondo: lavoro svolto e nuovi obiettivi da raggiungere.

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Parco nel mondo: lavoro svolto e nuovi obiettivi da raggiungere.

Nel corso di una riunione tra Sindaci e dirigenza del progetto è stato fatto il punto sui primi tre anni di lavoro di “Parco nel mondo”, uno dei progetti strategici del Parco Nazionale, che ha come principale obiettivo quello di ricostruire i rapporti tra il territorio d’Appennino e tutte quelle risorse umane che da esso se ne sono andate, per dar vita ad un percorso virtuoso che, proprio partendo dai legami affettivi con la terra d’origine, porti ad una rivitalizzazione del borghi della montagna, all’incremento di presenze turistiche e dell’economia. Sono stati coinvolti nel progetto anche gli amministratori del Parco dei Cento Laghi, il cui territorio coincide parzialmente con quello del Parco dell’Appennino, per far crescere ancora di più questo progetto e far incrementare la rete di relazioni con la comunità dei nostri emigrati in Italia e all’estero, che rappresentano davvero una risorsa per l’Appennino reggiano e parmense. L’idea che questo diventi un progetto sempre più condiviso e che venga fatto proprio dai Comuni è stata accolta con grande favore perché è evidente per tutti, alla luce dei primi tre anni di lavoro, che Parco nel mondo è un progetto che si basa sulla costruzione di relazioni e di rapporti tra il territorio e la sua gente, residenti e non residenti, una comunità che non potrebbe continuare a crescere e a restare unita senza il supporto delle amministrazioni locali. Per i prossimi mesi, sono state quindi messe in cantiere una serie di iniziative nei singoli Comuni che avranno come scopo quello di fortificare e di estendere sempre più il legame ed il senso di comunità che già esiste tra il territorio e tutti coloro che hanno qui la propria origine familiare ma vivono lontano. Anche il Parco dei Cento Laghi inizierà a lavorare a questo progetto, collaborando con lo staff di Parco nel mondo ed organizzando a sua volta iniziative rivolte agli emigrati che rientrano soprattutto nei mesi estivi. Si avvia così una nuova collaborazione che porterà sicuramente ad una estensione della comunità chiamata “cittadinanza affettiva”, composta da tutti gli emigrati e dai loro discendenti nel mondo.

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