Uomini e donne, comunità e territori. Dietro ogni collaborazione c’è una storia. Ieri sera, venerdì 21 maggio, il Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano ha voluto omaggiare con un evento speciale i protagonisti delle relazioni che si sono sviluppate in questi anni, lungo il confine tra Emilia Romagna e Toscana. Lo ha fatto nel corso del suo ventesimo compleanno: il 21 maggio 2001 infatti un decreto di dieci pagine istituiva il Parco e cambiava la storia dell’Appennino tosco – emiliano.
L’evento è stato trasmesso sulla piattaforma Zoom. Durante la serata è stata presentata la mappa delle collaborazioni, una istantanea delle relazioni dei primi venti anni dell’ente. Un video di alcuni minuti ha fornito una serie di dati: sono state 4750 le collaborazioni, di cui 1628 permanenti e 3040 occasionali.
“Il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano è nato ufficialmente venti anni fa. Pochi per una istituzione pubblica, abbastanza per avere esperienze da voler condividere”, ha affermato nel corso del video Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano e coordinatore della Riserva Appennino MaB Unesco. “La posizione tra Emilia Romagna e Toscana, il perimetro del Parco così frastagliato sui crinali ma anche la legge che lo ha generato hanno creato una speciale attitudine a connettere con comunità e territori, vicini e lontani”.
“Dopo vent’anni di lavoro vogliamo condividere con voi la mappa delle collaborazioni e mettere del valore in ognuna di esse”, ha spiegato durante il video Giuseppe Vignali, direttore del Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano. “Vogliamo ringraziare i protagonisti, che sono parte integrante dell’identità di questo Parco nazionale. Vogliamo chiedervi di proseguire questo cammino intensificando la coesione per raggiungere le sfide che abbiamo davanti e per perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile a cui tutti siamo chiamati”.
Dopo la trasmissione del video la serata – moderata dalla giornalista Sara Di Antonio – è entrata nel vivo con una serie di interventi istituzionali e le testimonianze dei protagonisti di queste relazioni.
“Sono rimasto impressionato dalla rete di partecipazione. Il Parco è anche un modello di rivitalizzazione di un’area interna. C’è una idea di Parco come comunità in un rapporto attivo di protezione della natura. Queste esperienze possono essere un punto di riferimento“, ha affermato Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente, oggi alla guida della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
“Il Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano ha lavorato tantissimo. La quantità di relazioni è un qualcosa di impressionante. Si vede proprio che c’è stata una ricerca spasmodica del contatto con le persone”, ha notato Giampiero Sammuri, presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano e alla guida di Federparchi.
Mentre il segretario della fondazione Symbola Fabio Renzi ha ricordato come “il Parco ha dimostrato di saper andare oltre i propri confini. In Italia ha dato vita alla più interessante e articolata esperienza di MaB Unesco, cioè un’interpretazione veramente non burocratica ma attiva di questa opportunità, arrivando ad allargare non il perimetro ma l’ambito di influenza e autorevolezza del Parco in maniera decisiva”.
Gianfranco Pederzolli – vice-presidente del BIM del Sarca-Mincio, ente capofila della Riserva MaB Alpi Ledrensi e Judicarie – ha parlato dei rapporti che si sono sviluppati in questi anni con il Parco, definendolo “un faro, per quello che abbiamo fatto e per quello che vorremmo fare in futuro”.
“Si è dato origine a una creatività e a una rete di relazioni che diversamente territori come il nostro non avrebbero avuto l’opportunità di cogliere. Conoscere, approfondire e riflettere: non c’è stata migliore occasione per territori di aree interne”, ha affermato invece Raffaella Mariani, vicepresidente del Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano.
Le testimonianze
Tra le testimonianze delle serata vi è stata quella di Ivana Utrera, ambasciatrice affettiva argentina che ha partecipato alla prima edizione di Orizzonti Circolari, una delle iniziative più significative promosse in questi anni da ParcoAppennino nel Mondo, progetto ambizioso promosso dal Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano e gestito dall’Unione Comuni Garfagnana. Peraltro Orizzonti Circolari ha riacquisito recentemente nuova centralità grazie al secondo meeting internazionale della sua storia.
“I miei bisnonni materni, Oreste Paolini ed Elena Conti, sono nati entrambi a Fivizzano (Lunigiana) e si sono trasferiti tra il 1923 e 1925 nel cuore dell’Argentina. Da lì provengono le mie origini toscane“, ha raccontato Utrera. “Il mio incontro con il progetto nasce attraverso il Circolo Toscano di Córdoba che ha collaborato con lo staff di Parco nel Mondo. E quindi ho fatto domanda per partecipare al soggiorno formativo che aveva l’obiettivo di diffondere la conoscenza del territorio grazie alla esperienza diretta nel posto”. L’ambasciatrice affettiva ha poi ricordato di aver partecipato alla prima edizione di un progetto che “aveva ancora un carattere sperimentale” e che ha permesso a un gruppo di ragazzi di conoscere la terra dei propri antenati, di “scoprire il vasto e ricco territorio del Parco nei suoi due versanti, quello toscano e quello emiliano, e riconoscere la cultura, le attività produttive, le tradizioni e la meravigliosa gente che abita quei piccoli borghi”.
“A mio avviso – ha spiegato Utrera – il più grande successo di tutto questo è stato il poter replicare questa esperienza negli anni successivi e anche più avanti nel tempo, trasformarla nel progetto Score, moltiplicando il numero di ambasciatori, raggiungendo lo scopo di apertura al mondo. Non a caso i progetti di Parco nel Mondo come Orizzonti Circolari, Cittadinanza Affettiva e Club Parco Appennino sono presenti in 12 dei 20 anni della vita del Parco”.
“Per noi il Parco è un luogo di confronto e di miglioramento umano e professionale nel nostro lavoro. Se non ci fosse sarebbe molto più difficile la nostra attività”, ha spiegato invece Pierangelo Caponi, presidente di Sigeric, cooperativa di Pontremoli (Massa-Carrara) che offre servizi turistici.
Giovanni Teneggi – il direttore generale di Confcooperative Reggio Emilia – nel corso del suo intervento ha ricordato che il Parco ha “prodotto” abitanti, ritualità sociali, luoghi e territori. Ci sono stati “sconfinamenti e trasformazioni” che “hanno contribuito ad allargare i confini, a costruire questo territorio. Questa è una gran cosa”.
“Io posso dire che sono infinitamente grata a questo Parco perché siamo cresciuti e abbiamo fatto un salto importante. Ci siamo sentiti sostenuti in questo percorso coraggioso di fare turismo in un luogo un po’ marginale, come può essere un piccolo borgo rurale dell’Appennino e della Lunigiana”, ha raccontato Barbara Maffei, titolare di un agriturismo ad Apella, località di Licciana Nardi (Massa-Carrara).
“Il Parco siamo noi. Sono appunto venti anni di relazioni forti tra questo ente, i comuni e le scuole che hanno sede nel territorio. Insieme tutti questi soggetti hanno condiviso che per tutelare, rispettare e valorizzare il territorio sia fondamentale investire sul capitale umano“, ha affermato invece Chiara Torlai, educatrice di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia).
Maria Grazia Vasirani dell’associazione culturale “Il Melograno” di Carpineti (Reggio Emilia) ha ricordato che “fare gli auguri a un ventenne è sicuramente piacevole perché è nel vigore più assoluto della vita. Già maggiorenne e pronto per prendere le redini di quello che sarà il suo futuro”.
“Sento molto vicino il Parco. Mi ha dato tanto nel mio lavoro con i ragazzi e voglio ricordare l’alto valore della formazione che con continuità viene proposta a ogni inizio di anno scolastico”, ha affermato Lucia Giovannetti, insegnante che vive in Garfagnana. “Il Parco costituisce uno stimolo, un punto di convergenza di tante progettualità. Si fa portavoce di una scuola lenta e profonda, nella quale credo moltissimo”.